Newsletter : maggio 2013
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Il best performer italiano del mese: Intervista
     
 
Gestielle Obiettivo Italia
Pierluca Beltramelli - Responsabile Comparto  Mercati Sviluppati di Aletti Gestielle Sgr 
Pierluca Beltramelli si laurea in Economia e Commercio nel 1998 presso l'Università Luigi Bocconi di Milano.
Lavora in Aletti Gestielle dal 2001. Dapprima si occupa della gestione del Fondo Gestielle Internazionale, dei Fondi Global Asset e dei Fondi Flessibili; nel 2003 diventa Responsabile del settore finanziario per il Fondo Gestielle Obiettivo Europa e contestualmente portfolio manager del Fondo Gestielle Obiettivo Italia. Dal 2012 è Responsabile del Comparto Mercati Sviluppati.
Società:  ALETTI GESTIELLE SGR
Fondo: Gestielle Obiettivo Italia
cod. ISIN: IT0000386083

Categoria: Flessibile
Sito web: www.gestielle.it
     
Gestielle Obiettivo Italia è un fondo flessibile che investe principalmente in strumenti finanziari di natura azionaria e obbligazionaria denominati sia in Euro sia in altre divise, adottando una gestione attiva del rischio di cambio. Con riferimento alla componente azionaria, il fondo investe principalmente in titoli di emittenti italiane, mentre nella selezione delle obbligazioni vengono privilegiate le emittenti con merito creditizio almeno pari all’investment grade. Più nel dettaglio, come avviene la selezione dei titoli da collocare nel portafoglio?
La strategia di gestione coniuga una analisi top-down ad una bottom-up attraverso lo studio di variabili fondamentali. Per quanto riguarda i singoli titoli le valutazioni sono sia di tipo assoluto che relativo. A livello assoluto utilizziamo valutazioni sia reddituali che patrimoniali. Queste valutazioni sono poi confrontate con le relative valutazioni di altri titoli allargando il campo anche a livello europeo. Sempre di più l’integrazione europea porterà ad una analisi che deve avere come riferimento l’Europa e non solo il contesto nazionale.
Con un rendimento mensile di +10,16%, Gestielle Obiettivo Italia si è laureato miglior fondo fra i prodotti di diritto italiano, spuntandola anche contro gli altri strumenti azionari che investono in Italia. Quali sono state le scelte premianti, o le scommesse vinte, che hanno consentito al fondo di raccogliere questo risultato?
Le scelte premianti sono state quelle di coniugare ad una visione strategica positiva a livello globale una valutazione fondamentale che vede il mercato italiano a sconto rispetto ai fondamentali espressi dalle aziende e rispetto al mercato europeo. L’incertezza politica ha creato volatilità sul mercato che abbiamo giudicato non in grado di interrompere il processo d’integrazione europeo come ad esempio stiamo vedendo sull’unione bancaria. In questo contesto abbiamo aumentato l’investito azionario puntato sul settore finanziario dove le valutazioni sono a sconto del 50% rispetto ai peers europei e non hanno incorporato il miglioramento della componente sovrana. Il sistema finanziario ha già messo in atto molti aggiustamenti necessari sia sul fronte liquidità che del capitale, i depositi continuano a mantenere un solido trend di crescita e questi fattori stanno creando le basi per un recupero sostenibile.
A fine marzo il fondo risultava ripartito per oltre l’80% in azioni, mentre la parte residuale contava obbligazioni governative e societarie e liquidità. L’allocazione in equity era ben diversificata nei diversi settori, ma faceva la parte del leone il settore finanziario, con più del 32% del patrimonio, seguito da titoli Utilities (14,47%) ed Energia (14,03%). L’allocazione qui presentata ha subito variazioni di rilievo nel mese appena trascorso? Prevede ve ne saranno nell’immediato futuro? Quali sono i temi su cui intende puntare?
Il fondo non ha effettuato variazioni significative. In termini tattici stiamo riducendo alcune posizioni ma manteniamo una visione strategica positiva con target in area 18000 per il ftsemib. I temi su cui puntiamo rimangono il settore finanziario dove lo sconto sul patrimonio tangibile rimane ancora molto elevato. Inoltre sia nel settore energy che in quello delle utilities le società hanno attuato importanti processi di ristrutturazione con riduzione della leva finanziaria, miglioramento della generazione di cassa che porteranno ad un recupero di redditività.
La rielezione del Presidente Napolitano e la creazione in extremis di un governo di larghe intese, istituito a fine aprile sembra aver riportato un po’ di fiducia al sistema Italia. Ad esso spetta ora l’arduo compito di aprire il capitolo riforme e riportare i fondamentali in crescita. Inoltre ha contribuito al ritorno di un sentiment positivo la gigantesca disponibilità di liquidità, innescata dalle principali banche nazionali (BoJ, Fed, BoE) che ha rilanciato gli acquisti di titoli e una vera e propria caccia al rendimento, e infatti qualcuno già paventa il rischio di future bolle finanziarie. A Suo parere, a oggi, agli occhi di un investitore internazionale quali sono le opportunità offerte dall’Italia?
L'Italia come sistema presenta dei dati aggregati solidi quali un rapporto deficit/pil sotto il 3%, uno dei regimi previdenziali più solidi in Europa ed un avanzo primario vicino al 3% tra i più alti in Europa. Inoltre l'indebitamento complessivo tenendo conto di debito pubblico e privato, essendo vicino al 260% del pil, risulta tra i più bassi in ambito europeo. Il Paese ha già messo in atto in maniera consistente gli aggiustamenti fiscali necessari e quindi ora deve sfruttare il miglioramento finanziario in corso per liberare risorse da dirottare ad iniziative volte ad aumentare la competitività. La riduzione del cuneo fiscale, il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, il miglioramento dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese sono alcune delle misure che costituiranno una base su cui costruire una traiettoria di crescita economica. Quindi l’attuale fase di debolezza congiunturale è già ampiamente riflessa nelle valutazioni. Infatti l’Italia è uno dei pochi mercati al mondo che tratta a 0,75 volte il patrimonio con utili che sono il 60% sotto gli utili del 2007 ed hanno potenzialità di recupero importanti. L’investitore internazionale deve quindi a nostro avviso iniziare a prendere in considerazione l’investimento in un mercato che tratta a multipli attraenti su utili storicamente molto bassi. Inoltre con la compressione dei rendimenti obbligazionari sia corporate che sovrani il rendimento offerto dai soli dividendi delle società quotate risulta sempre più interessante. 
Per i motivi sopra esposti l’indice azionario MSCI Italia ha segnato un buon +9,7% e si è avvicinato ai 50 punti toccati a febbraio. Considerato quanto siano ancora depressi i valori di questo indice, ritiene sia il momento di investire nelle nostre companies? Quello in corso sarà finalmente l’anno del recupero dei listini equity targati Italy al punto da avvicinarsi ai valori precrisi?
Riteniamo che il mercato presenti ancora delle buone opportunità d’investimento di medio periodo. Il processo di normalizzazione del ciclo economico sarà progressivo ma gli attuali livelli sono molto depressi. Il mercato oggi tratta a livello patrimoniale al 50% di sconto rispetto all’Europa e quindi presenta delle potenzialità di recupero importanti.
Cosa si attende dall’andamento della moneta unica? Concorda sul fatto che l’euro necessiterebbe di un deprezzamento per rilanciare l’esportazione delle economie dei paesi membri?
Ci attendiamo una forza relativa dell’euro fino a 1,35/1,37 contro dollaro dovuta alla progressiva riduzione dei rischi finanziari derivanti dagli importanti progressi verso una maggiore integrazione europea. Sicuramente il differenziale di crescita rispetto agli Stati Uniti è molto ampio e quindi c’è spazio per poter vedere un progressivo indebolimento nella seconda parte dell’anno. Questo fattore sarà importante per sostenere il recupero macroeconomico per il 2014 e, visto il peso dell’export, contribuirà alla crescita degli utili delle società quotate.